Attività di vigilanza a tutela dell’ambiente

L’attività di vigilanza ittica sull’intero territorio nazionale vede la FIPSAS impegnata con oltre 1.200 Guardie Giurate Volontarie (gg.vv.ii.) federali.

L’occasione è utile per ribadire alcuni concetti che, oltre a tendere ad uniformare i comportamenti, stimoli le iniziative tese a raggiungere l’obbiettivo di elevare le competenze delle nostre guardie per contrastare ogni tipo di attività che produca “danni ambientali”.

Tutto ciò anche alla luce dell’avvenuto riconoscimento della nostra Federazione quale “Associazione di Protezione Ambientale”.

Questo importante, ma anche impegnativo processo, necessita di un non trascurabile impegno da parte di tutta l’organizzazione federale e, soprattutto, delle Sezioni Provinciali che “dovranno” necessariamente essere supportate dai Comitati Regionali anche in considerazione del fatto che le Regioni possono aver regolamentato le procedure per il rilascio dei decreti di “Guardie Volontarie Ambientali” ( vedi Toscana, ed Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Campania e le Province di Cagliari e Bolzano).

Peraltro questo passaggio potrebbe indirettamente farci conseguire l’obiettivo di ampliare la responsabilità anche nelle acque marittime, limitamente alla fascia costiera, in virtù delle competenze attribuite alle Regioni, con tutto ciò che ne potrebbe derivare in ordine alla tutela dell’ecosistema marino.

Ci attende quindi un futuro estremamente impegnativo che, tuttavia, bisogna affrontare con umiltà, ma altrettanta convinzione di sapere che siamo in possesso di “risorse umane” in grado di farci raggiungere l’obiettivo di assumere pari dignità, nel rapporto con gli Enti Istituzionali, con le altre associazioni ambientalistiche che tendono a monopolizzarne il ruolo.

E’ evidente che questo passaggio non sarà facile nè che sia perseguibile nel breve periodo. Però occorre intraprenderlo individuando in primo luogo i soggetti che, per volontà e capacità, possano assolvere al ruolo che i nuovi compiti richiedono.

Questo non deve apparire come un disegno teso a “classificare” in categorie le attuali guardie ittiche, bensì la consapevolezza da un lato, e la responsabilità dall’altro, di affrontare con la dovuta serietà un impegno che rafforzi l’immagine della nostra Federazione come un’organizzazione che vuole conquistare “sul campo” la fiducia delle Istituzioni e degli amici pescatori.

Ed è alla luce di quanto sopra affermato che si ritiene utile elencare, come in una sorta di decalogo, i compiti che siamo chiamati ad assolvere in previsione del passaggio a “Guardie Ambientali Volontarie” ( g.a.v.)

I compiti che peraltro sono quelli che diedero luogo all’istituzione del “ Servizio Nazionale di Sorveglianza”, servono anche a smentire le numerose “lamentele” che ripetutamente capita di leggere sulle riviste del settore e che tendono a raffigurare le gg.gg.vv. come “sceriffi” impegnati solo ad elevare verbali per ogni piccola trasgressione.

Non che ciò non avvenga. Ma sarebbe deprecabile che tale atteggiamento fosse ascrivibile ad uno di noi visto che la nostra Federazione a tutt’altri obiettivi che sono espressi dall’insieme delle Società affiliate e dai tanti pescatori tessserati indipendenti che si attendono un comportamento improntato all’informazione ed alla prevenzione delle violazioni piuttosto che alla repressione.

E’ quindi opportuno che a livello periferico si dia corso alle iniziative necessarie (corsi di qualificazione), previstte dalla legislazione vigente nella Regione di appartenenza, al fine di poter consentire, a chi ne fosse interessato, l’ottenimento dell’idoneità al rilascio del decreto di g.a.v..

Nel realizzare le stesse occorre verificare, sia a livello regionale che degli eventuali Enti Delegati (Province), la possibilità di poter accedere a finanziamenti che, indubbiamente, ne faciliterebbero lo svolgimento, sia nell’ambito del settore dell’ambiente che della formazione professionale.

di Mario Pecchioli

Coordinatore Federale Attività di Vigilanza